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veltronopoli da "Gomorra, n.12, annoX ottobre 2007, Meltemi editore"
“veltronopoli”: l’effimero come strategia mediatica/politica
Cos’è “veltronopoli”? Una metafora di Roma basata sui mutamenti che stanno avvenendo nella città negli ultimi anni oppure la lettura dell’imprinting del sindaco sulla città?
Walter Veltroni, sindaco di Roma, è un personaggio che va oltre la sua statura politica. E’ ormai da anni un uomo/immagine con una grande capacità comunicativa, cosa che spesso gli ha mosso contro le più feroci critiche. Quasi come se si fosse ritrovato a fare politica, dopo una formazione presso l’Istituto di Cinematografia Roberto Rossellini in realtà Veltroni ha sempre rappresentato l’anima destabilizzante del Partito Comunista in linea con il travaglio derivato dalla caduta del Muro del 1989, alimentato anche dalla sua passione per la cultura (le frequentazioni giovanili di Pasolini, l’amore per il cinema, la sua costante scrittura). La biografia di Veltroni va dunque di pari passo con la sua attività politica, come un’artista o come un personaggio di un reality.
La sua capacità di stare sempre sull’attualità (dovuta anche alla sua seconda professione di giornalista) ha fatto di Veltroni l’unico vero navigatore dei tempi della coalizione della sinistra (l’antagonista all’ormai antiquato modo berlusconiano di fare comunicazione).
E come tutto ciò è sfociato nella sua gestione della città? Città che cerca di riconquistare una dimensione effimera come la città barocca, costellata di eventi e manifestazioni culturali, dove l’intrattenimento, il turismo ed il commercio si sposano alla scena così spettacolare di Roma. Tra il progetto politico democratico/kennedyano (altro “pallino” di Veltroni) e la dimensione prefigurata causticamente da Guy Debord della città spettacolo.Le origini: uscire dal terrorismo anni ‘70, l’invenzione dell’estate romana, la cultura si riappropria della città.
Con la giunta Argan (1976-1979), l’assessore alla cultura, Renato Nicolini, si inventa ed istituisce l’estate romana. L’idea è molto semplice, portare la cultura nei luoghi più spettacolari della città (Basilica di Massenzio, Circo Massimo, Colosseo etc.). L’iniziativa riscuote un grande successo e aiuta anche ad uscire dal “periodo buio” del terrorismo, momento in cui si aveva paura anche di uscire di casa. Non è un caso che Nicolini sia architetto. Egli fonde le tendenze del momento (siamo in pieno postmodernismo) e la riscoperta della città classica (vedi Portoghesi, Aldo Rossi ) in un progetto operativo per la polis. Roma sposa così la sua vocazione scenografica ad un utilizzo moderno della città nel suo ruolo di “città eterna”. Oltre a sfruttare il know how acquisito nell’organizzazione delle feste dell’Unità dal Partito Comunista, le scenografie dell’estate romana saranno delle occasioni uniche di reinvenzione dell’immagine della città, utilizzando alle volte anche pezzi di scenografie di Cinecittà negli allestimenti, un po’ come avveniva negli anni ’60 con i film peplum.
L’Estate Romana diventa un manifesto politico dell’uso della città. Non a caso la manifestazione non sarà effettuata a Roma solo durante le giunte non di sinistra.Città/marketing immagine come vettore comunicativo e brand della città (i media e la città)
L’esplosione dei media nella vita di tutti i giorni e il suo sempre più alto portato politico sembrano portare alla fusione della città (intesa sempre come polis) con la sua immagine.
“La politica sarà casomai rimpiazzata dall’immaginario. Il politico sarà solo felice di abdicare in favore della sua immagine, perché l’immagine sarà molto più potente di quanto egli potrebbe mai essere.”
Questa frase premonitrice di Marshall McLuhan, rievocata da Rem Koolhaas e Reinier De Graaf (AMO) in un testo di riflessione sul nuovo destino dell’Europa, è altamente significativa delle nuove fortissime implicazioni che corrono tra immagine e politica. E così la città, che è la rappresentazione della politica, vive su di sé queste nuove istanze. Ma se forse questo accade da sempre, cambia il modo con cui ciò avviene. O meglio le grandi trasformazioni fisiche non sono più appannaggio della politica (eccetto alcuni grandi interventi come i musei, le sale da concerto; l’unico grande concorso internazionale assegnato nella giunta Veltroni è la città dei giovani, che sia per i contenuti che per l’architetto vincitore Rem Kolhaas/OMA rientra appieno in un ambito culturale giovanile ed effimero) mentre, anche in ragione di un’accelerazione dei tempi, è sempre più forte l’utilizzo della città (ormai consolidata) come scena per un’architettura effimera, veloce e temporanea per veicolare informazioni e per pubblicizzare chi amministra le città. Veltroni è l’esempio di un continuo scambio tra città e messaggio; egli trasforma ogni sua iniziativa in comunicazione, è testimonial del matrimonio più glamour della capitale tra la star del calcio romano Francesco Totti e la soubrette Ilary Blasi, usa la facciata del palazzo senatorio verso la piazza del Campidoglio come una facciata mediatica ad ogni rapimento avvenuto in medio oriente durante la guerra in Iraq etc. Durante la giunta Veltroni è cresciuto decisamente il numero di eventi e di manifestazioni culturali nella città , dando luogo a quella che potremmo definire la “città evento”, data anche la facilità con cui Roma si presta alla sua spettacolarizzazione.L’evento continuo dalla notte bianca al festival del cinema
Assieme dunque a questa tendenza all’evento diffuso e continuo, Roma segue la sua inclinazione prima, ovvero il turismo. Il 2006 ha segnato un anno record di presenze (circa 7,5 milioni di arrivi, +10% sul 2005 che era già in crescita) . E altro dato/record, Ottobre per la prima volta ha segnato il mese con il maggior numero di visitatori (circa 800 mila), decretando il successo del nuovo evento voluto dal sindaco di Roma, ovvero la Festa del Cinema, ribattezzata come la Festa del Turismo dallo stesso Veltroni.
“Nella capitale sono stati battuti tutti i record. Un risultato che non ha precedenti nella storia di Roma, frutto dello sforzo che facciamo per le tante iniziative culturali e che dà anche un grande contributo alle casse dello Stato”
Questo binomio turismo/evento in realtà diviene trinomio se associato anche al commercio. Vedi il caso de La Notte Bianca, l’evento clou della precedente legislatura e che ancora oggi continua ad incrementare il suo successo. La Notte Bianca infatti fonde la sua idea di grande notte all’insegna di eventi culturali con una fortemente legata al consumo e allo shopping, frutto anche dell’accordo con la Camera di Commercio di Roma. Negozi aperti tutta la notte, fiumi di persone che si riversano per strada, come una nuova formula di grande happening urbano, la notte bianca è la sperimentazione di una città/paese dei balocchi, dove la cultura è puro intrattenimento e la città recupera una dimensione sociale totalizzante, in una strana combinazione tra moderno consumismo e una vaga eredità di comunismo. Rimane il dubbio espresso in apertura, se Veltronopoli sia il frutto di un’abile capacità di leggere l’andamento della società contemporanea o di un’astuta e un po’ narcisa macchinazione propagandistica politica (lo stesso inquietante dubbio/certezza di James Ellroy su Kennedy ).
Mattia Darò©
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